Immagina il cervello umano in azione: miliardi di impulsi elettrici, segnali chimici, stimoli sensoriali provenienti da ogni parte del corpo e dall’ambiente intorno. Insomma, una quantità davvero sterminata di informazioni in continuo aggiornamento. Ma il nostro sistema nervoso centrale non può elaborare tutto: deve decidere in tempo reale che cosa è importante, che cosa può ignorare, che cosa richiede un’azione immediata.
In fondo, se ci si pensa, è il motivo principale del nostro successo evolutivo.
Allo stesso modo, nei moderni ecosistemi IT, viene richiesta la stessa capacità di adattamento intelligente. Ogni secondo, infatti, si generano enormi quantità di segnali digitali: log, metriche, eventi, notifiche, eccetera.
La vera sfida, dunque, è trasformare questo flusso in apparenza caotico in conoscenza utile.
Per farlo, non ci si può più affidare solo al monitoraggio tradizionale. Serve una capacità più profonda di lettura, correlazione e interpretazione.
Ecco dove entra in gioco l’observability: il nuovo paradigma che consente alle piattaforme ITSM/ITOM di passare dal rilevamento reattivo all’azione proattiva. Per dirla in altro modo: non si tratta solo di monitorare, si tratta di comprendere, di anticipare, di agire.
In questo articolo vedremo come funziona, perché è cruciale per le IT operations, e come strumenti di log analysis e AI stiano trasformando questa disciplina in uno dei pilastri dell’efficienza IT.
Che cos’è l’observability (e perché non si tratta solo di monitoring)
Il termine “observability” ha le sue radici nell’ambito del controllo ingegneristico di sistemi dinamici complessi. Non stupisce, dunque, che questo concetto abbia assunto un ruolo centrale nel contesto delle IT operations perché, di fatto, le infrastrutture digitali moderne sono veri e propri sistemi dinamici complessi.
L’observability è diventata, quindi, il paradigma attraverso cui i team IT possono comprendere a fondo ciò che accade all’interno dei loro ambienti tecnologici, anche in presenza di eventi inaspettati e variabili impreviste.
Mentre il monitoraggio tradizionale raccoglie dati da fonti note per controllare se qualcosa funziona, l’observability si spinge oltre: rende i dati interpretabili, contestualizzati e azionabili in tempo reale; e permette ai team di porsi domande nuove, spesso cruciali.
Gli elementi chiave dell’observability sono tre:
- Logs: registrazioni dettagliate e cronologiche di eventi generati da sistemi, applicazioni e infrastrutture. Possono includere messaggi di errore, informazioni di debug, stati di sistema e operazioni utente.
- Metrics: dati quantitativi raccolti e aggregati nel tempo, che rappresentano lo stato e le prestazioni dei componenti IT (qualche esempio: l’utilizzo della CPU, memoria disponibile, latenza di rete). Consentono di costruire dashboard in tempo reale e impostare alert su soglie critiche.
- Traces: catene di eventi distribuiti che mappano l’intero percorso di una richiesta attraverso servizi e microservizi. Offrono una visione end-to-end del comportamento del sistema e aiutano a identificare colli di bottiglia, ritardi o errori in ambienti complessi.
Dal caos all’azione: perché l’observability è essenziale per le IT operations
Da quello che abbiamo sottolineato finora è già piuttosto evidente che, senza observability, i team IT sono costretti a navigare nel buio, affidandosi a intuizioni o, peggio, a risposte reattive che arrivano troppo tardi.
Si tratta dunque di un vero e proprio cambio di paradigma, che punta diretto verso un approccio reattivo e data-driven.
Ecco, qui di seguito, alcuni dei vantaggi concreti dell’observability, scelti tra quelli che ci paiono più decisivi.
Riduzione del MTTR (Mean Time To Resolution).
Grazie alla visibilità approfondita, i team IT possono identificare più rapidamente la causa radice di un problema e ridurre drasticamente i tempi necessari per risolverlo. Questo non solo migliora l’efficienza interna, ma limita anche l’impatto negativo sugli utenti finali e sul business. Un circolo virtuoso.
Rilevamento precoce delle anomalie.
Combinando metriche, log e traces in un’unica visione integrata, l’observability consente di individuare segnali deboli e deviazioni dal comportamento atteso prima che si trasformino in incidenti gravi. È da qui che s’innesca l’approccio predittivo e proattivo alla gestione IT.
Miglioramento continuo delle performance.
L’analisi continua dei dati consente, a sua volta, di affinare costantemente la configurazione di servizi e infrastrutture. Colli di bottiglia, inefficienze o picchi di carico possono essere rilevati in tempo reale e gestiti in modo puntuale.
Allineamento tra IT e obiettivi di business.
L’observability non si limita all’ambito tecnico. Fornendo dati e insight sul funzionamento dei sistemi IT, aiuta a valutare l’impatto reale di ogni evento sul business, supportando decisioni strategiche più informate e orientate al valore. Per dirla in altro modo: è un alleato sia nel micro-cosmo IT che nel macro-cosmo della company nella sua interezza.
Log analysis: la chiave per interpretare i segnali
Attenzione a questo passaggio. Al cuore dell’observability c’è la log analysis.
Ogni componente dell’infrastruttura IT – dai server alle applicazioni cloud – produce log. Ma senza un sistema efficace di raccolta, indicizzazione e analisi, quei log rimangono file silenziosi e inaccessibili.
Le piattaforme ITSM più efficaci integrano strumenti avanzati per la correlazione automatica degli eventi. Questo significa che, a partire da milioni di entry log, possono:
- evidenziare pattern anomali;
- collegare eventi tra più sistemi;
- prioritizzare gli alert;
- attivare workflow automatizzati di risposta.
Prodotti come EV Observe sono progettati per offrire proprio questo tipo di monitoring avanzato e proattivo, in grado di apprendere continuamente dai dati e adattarsi dinamicamente a infrastrutture sempre più complesse e variabili.
Prendiamo in considerazione un esempio comune, in modo da farci un’idea più concreta del tutto.
Un’azienda nota un improvviso rallentamento delle performance in uno dei suoi servizi digitali chiave. Il team IT riceve segnalazioni di errori da parte degli utenti, mentre i dashboard mostrano picchi di latenza e cali di throughput in alcune componenti dell’infrastruttura.
Senza strumenti adeguati, ogni dato andrebbe analizzato manualmente, con il rischio di non cogliere connessioni importanti. Ma una piattaforma dotata di capacità di observability riesce a mettere in relazione i sintomi, identificare anomalie nei log e nei pattern di traffico, e far emergere la causa radice: ad esempio, una configurazione errata introdotta da un recente aggiornamento.
Grazie alla correlazione automatica dei segnali e alla visione unificata del sistema, il team IT può intervenire rapidamente, correggere l’errore e fare in modo che non si ripresenti.
L’observability nell’ecosistema ITSM: integrazione e vantaggi
Dunque, grazie all’observability, il rilevamento degli incidenti non si limita alla ricezione di allarmi, ma si basa sulla correlazione intelligente di eventi, log e metriche.
Questo consente di individuare non solo il sintomo, ma anche la causa scatenante del problema in tempi molto più rapidi. L’automazione dei flussi di gestione, infine, permette una risposta strutturata e tempestiva che riduce il MTTR e migliora la qualità del servizio percepito.
Ora facciamo un ulteriore passaggio.
I vantaggi non sono solo quelli diretti che abbiamo preso in considerazione. Ce ne sono di indiretti altrettanto importanti.
Tra questi, ne isoliamo due che ci paiono cruciali.
- Change e Problem Management più efficaci: l’observability fornisce visibilità end-to-end sulle modifiche introdotte nei sistemi, aiutando a prevedere gli effetti collaterali di un aggiornamento o di un cambiamento di configurazione. Le tracce distribuite consentono di osservare come una singola modifica impatta sull’intero ecosistema digitale, facilitando l’individuazione di problemi ricorrenti.
- Capacity Planning data-driven: grazie all’analisi storica e predittiva delle metriche di utilizzo, l’observability consente ai team IT di pianificare con precisione l’espansione delle risorse, evitando sia sprechi che colli di bottiglia. Le decisioni di capacity diventano così proattive e basate su dati concreti, piuttosto che su stime approssimative.
Dall’observability all’affidabilità
In un contesto in cui la User Experience è diventata il vero metro di giudizio per il successo digitale, l’affidabilità rappresenta un asset competitivo imprescindibile. Un sistema affidabile non è solo quello che non si guasta, ma quello che è in grado di rilevare e risolvere rapidamente le anomalie, di adattarsi alle variazioni del carico e di reagire con prontezza agli eventi imprevisti.
Insomma, è un sistema sia solido che elastico.
Una piattaforma IT dotata di un’elevata observability riesce a garantire livelli di servizio (SLA) più rigorosi e stabili, perché riesce ad anticipare i problemi anziché subirli. Questo si traduce in una netta riduzione dei tempi di inattività, che spesso rappresentano la vera differenza tra un cliente soddisfatto e uno perso.
Ma l’observability, come abbiamo visto, va oltre la mera reattività: offre una comprensione profonda del comportamento dei sistemi, consente una visione contestuale degli eventi e permette di mettere in atto strategie di miglioramento continuo.
Di conseguenza, l’intero ecosistema IT diventa, appunto, più elastico, più agile e più allineato alle esigenze del business. Tutto in un colpo solo. Come un efficiente sistema nervoso centrale.
Conclusione: un investimento strategico per il futuro dell’IT
L’observability non è più una possibilità. È una necessità. In un mondo dove i sistemi sono sempre più distribuiti, complessi e interdipendenti, saper ascoltare i segnali giusti e agire rapidamente può essere la chiave del successo.
Le piattaforme ITSM che integrano log analysis, metriche, tracing e AI – come quelle offerte da EasyVista – trasformano l’informazione in patrimonio. Ed è così che si vincono le sfide del business, nel nostro tempo accelerato.
FAQ
Che differenza c’è tra monitoring e observability?
Il monitoring fa parte dell’observability e controlla metriche note; l’observability permette di esplorare problemi sconosciuti attraverso dati più ricchi, correlati, dinamici. L’ottica è quella olistica.
Quali sono i benefici dell’observability per le aziende?
Maggiore affidabilità, riduzione dei tempi di inattività, diagnosi più rapide e miglioramento continuo delle performance IT.
Come si integra l’observability nelle piattaforme ITSM?
Attraverso strumenti di log analysis, tracing e workflow automatizzati per incident e change management.